Nel sottosuolo di Napoli si cela un labirinto di cunicoli, cisterne e cavità che formano una vera e propria città che ricalca, in negativo, la città di superficie. La città sotterranea si estende sotto tutto il centro storico, ad essa sono legati miti e leggende ancora oggi vivi nell'immaginario collettivo dei napoletani. Il sottosuolo di Napoli affascina ed impressiona per l'imponenza delle cavità, e quindi degli spazi, e per il dedalo di cunicoli che si intersecano per diversi chilometri sotto le strade ed i palazzi.
L'esistenza di una Napoli sotterranea è legata alla conformazione morfologica e geologica del territorio partenopeo, composta da roccia tufacea che caratteristiche di leggerezza, friabilità e stabilità del tutto particolari. Le prime opere antropologiche dell'uomo possono essere riconducibili al periodo dei greci a partire da 470 a.C. frutto da esigenze di approviggionamento idrico. Furono per questo motivo create cisterne sotterranee adibite alla raccolta di acqua piovana. Inoltre, c'era la necessita di recuperare materiale da costruzione per erigere gli edifici di Napoli, in quel periodo Neapolis.
La città, nei secoli successivi, ha vissuto una sempre continua ed esponenziale espansione. Questo portò alla realizzazione di un vero e proprio acquedotto che permetteva di raccogliere e distruire acqua potabile grazie ad una serie di cisterne collegate ad una fitta rete di cunicoli. Durante il dominio romano l'esistente acquedotto fu ampliato e perfezionato, ma con l'avvento degli Angioini, nel 1266, la città conobbe una grande espansione urbanistica cui, ovviamente corrispose un incremento dell'estrazione del tufo dal sottosuolo per costruire nuovi edifici, confermando la peculiarità di Napoli: quella di essere generata dalle proprie viscere, dove i palazzi sorgono immediatamente sopra la cava che ha fornito il materiale da costruzione. Questo tipo di estrazione, del tutto particolare, avveniva dall'alto verso il basso, richiedeva tecniche particolari al fine di garantire la stabilità del sottosuolo ed evitare crolli indesiderati. Questa pratica fu bloccata solo nel 1885, dopo una tremenda epidemia di colera, poichè si impedì l'uso del vecchio sistema di distrubuzione idrica per adottare il nuovo acquedotto, ancora funzionante.
La storia del sottosuolo napoletano non ebbe l'occasione di finire nel dimenticatoio, ma si fece trovare pronta alle esigenze che la popolazione napoletana ebbe nel ventesimo secolo. Durante la seconda guerra mondiale, infatti, ebbe luogo l'ultimo intervento nel sottosuolo, quando per per offrire rifugi sicuri alla popolazione si decise di adattare le strutture dell'antico acquedotto alle esigenze dei cittadini. Furono allestiti in tutta Napoli 369 ricoveri in grotta e 257 ricoveri anticrollo. Un elenco ufficiale del Ministero degli Interni del 1939 annoverava 616 indirizzi che portavano nei 436 ricoveri suddetti, alcuni dei quali con più di un accesso. Il sottosuolo si legò ancora una volta alla vita sociale, salvando la vita a migliaia di persone scampandole dai pesanti bombardamenti che subì la città.
Dopo circa vent'anni di scavi e di bonifica, e grazie all'impegno silenzioso e al sacrificio di volontari che si calavano nelle viscere di Napoli per riportare alla luce un reperto storico di siffatta grandezza oggi è possibile conoscere una pagina inedita della storia di Napoli, difficilmente raccontata sui libri di storia. L'escursione che si propone è molto suggestiva: sulle mura sono graffite pagine di storia, nomi e caricature di personalità dell'epoca, costumi dell'epoc, soldati di varie nazioni, date e tanti altri spaccati di vita comune.
Fonte fotografia: http://napoli.turnet.it/wp-content/uploads/napoli-sotterranea-galleria.jpg
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Indirizzo
Piazza San Gaetano, 68
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Orari di apertura
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
Biglietti
Intero 9.30 €
Ridotto 8.00 €