Vacanze estive: le aspettiamo tanto durante l’inverno, le viviamo con gioia quando arrivano, le vediamo come un momento da dedicare completamente a noi stessi e ai nostri affetti, facendo quello che più ci piace. Inutile dirlo, per molti è il periodo più atteso dell’anno, la pausa ‘meritata e agognata’ un appuntamento che, a dire il vero, ci sembra lì da sempre. Ma non è così. Tempo fa le cose erano molto diverse. Vi siete mai chiesti qual è la storia delle vacanze estive? Vi potrà lasciare sorpresi scoprire che nascono, intese come giorni da trascorrere al mare, solo nel corso del 700 in Gran Bretagna.
(La spiaggia di Tropea, nota località estiva)
Nei secoli precedenti, infatti, la spiaggia veniva vista come un possibile pericolo e non come un luogo dove rilassarsi e i nobili preferivano andare in campagna o fuori dalla città. Qualcosa cambia quando i medici iniziano invece, verso la fine del XVIII secolo, a riconoscere alle acque marine degli effetti benefici, precisamente un ruolo chiave nell’aiutare le persone a combattere lo stato d’animo malinconico. Sempre più dottori prescrivono bagni al mare e, complice anche il periodo di industrializzazione, la voglia di evadere trova nella spiaggia la risposta. Se, inizialmente, le vacanze estive in spiaggia sono un fenomeno che interessa solo l’élite della società, per emulazione si diffonde presto anche nelle altre classi sociali che trovano nella costruzione delle prime ferrovie il modo per spostarsi verso mete balneari.
(Una delle spiagge dell'Isola del Giglio)
Ecco qual è la storia delle vacanze estive, o meglio come nascono. Ma come si diffondono negli altri paesi? Potremmo dire che sono state di fatto esportate dagli emigrati britannici, prima in Normandia e in Scandinavia, poi anche negli Stati Uniti. Guardando ai nostri confini, in Italia il primo stabilimento balneare nasce nel 1823 a Viareggio, con il Bagno Dori (destinato alle donne) mentre nel 1864, sempre a Viareggio, apre il Bagno Nettuno, il primo stabilimento promiscuo. Il resto è storia recente.